La Corte di Cassazione, con una recente pronuncia, ha precisato che non esiste un vero e proprio diritto del figlio maggiorenne a percepire un assegno di mantenimento, quando lo stesso sarebbe in grado di trovare un’occupazione lavorativa per divenire economicamente indipendente.

La Suprema Corte, con la motivazione della sentenza, ha specificato che il principio della funzione educativa del mantenimento, da parte del genitore, e quello dell’autoresponsabilità, del figlio, comportano, da un lato, l’obbligo del genitore di contribuire al mantenimento del figlio maggiorenne per il tempo necessario a che il medesimo figlio reperisca un’occupazione e, dall’altro lato, il dovere del figlio di cercare un lavoro, consapevole di non poter attendere all’infinito l’impiego desiderato.

Allo stesso tempo, il Collegio di legittimità ha precisato che l’onere della prova delle condizioni che fondano il diritto al versamento dell’assegno spetta al figlio maggiorenne, con la conseguenza che la prova sarà tanto più ardua in ipotesi di figlio non semplicemente maggiorenne, ma “adulto”, il quale dovrà provare le circostanze oggettive che giustificano il mancato reperimento di un impiego.

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